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La Storia della Villa e della Famiglia Graziani
Da antica Fattoria del 1800 ad Agriturismo con Camere e Appartamenti.
La Villa
Villa Graziani rappresenta il cuore dell'antica Fattoria il Pino. Costruita nel periodo della "bonifica maremmana" del Granduca Leopoldo II di Lorena, fu edificata nel 1841 dal Conte Commendatore Gaetano Fabbri sotto la direzione dell'architetto livornese Felice Francolini.
Successivamente furono realizzati gli edifici della Fattoria, del Torrino e il Cafe Hause. Tutti questi edifici sono racchiusi all'interno del parco della Villa.
Una curiosità: nei pressi del Ristorante Enoteca Graziani si scorge una cinta muraria, ove nel secolo scorso alloggiava il mignattaio, un allevamento di sanguisughe. Elemento cardine della farmacopea di allora, da qui il prezioso parassita solcava i mari ed era esportato in tutta Europa.
Negli anni '20 gli eredi della famiglia Fabbri, i Ginori-Conti, decisero di vendere la Tenuta del Pino, per investire nella società elettrica di Larderello, di proprietà della moglie, la Principessa De Larderel.
Furono i conti Magherini Graziani ad acquistare l'intera Fattoria, di cui tuttora sono proprietari.
Molte sono le storie e le vicende che si sono susseguite all'interno della Villa. Bellissime sono le pagine scritte dallo storico Roberto Ridolfi, nipote dei Ginori-Conti, sulle sue vacanze estive alla tenuta dei nonni, descritte nel libro La parte Davanti al capitolo "I nonni di Vada".
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Villa fu requisita dal comando delle truppe alleate quale sede della Royal Air Force, l'aeronautica del Regno Unito. Si dice che durante la visita a Castiglioncello, Wiston Churcill si sia fermato in visita anche al comando di Vada.
Ancora oggi sono visibili all'interno della Villa scritte inerenti la dislocazione del comando.
Ma l'ospitalità "storica" continua. Numerosi personaggi dello spettacolo e non solo hanno soggiornato tra queste mura, e sul grande schermo è Antonio Albanese con il film "Il nostro matrimonio è in crisi" ad immortalare alcuni interni della Villa.
Galleria Storica Villa Graziani
Galleria Storica Vada
La Famiglia Graziani
La famiglia Graziani di San Sepolcro, discendente dai Graziani di Perugia, venne ad abitare in Borgo San Sepolcro già dal 937. Molti sono i personaggi illustri che hanno nobilitato questo casato.
Bono, figlio di Graziano, combattè valorosamente sotto Carlo d'Angiò, contro re Manfredi, nella famosa Battaglia di Benevento, e poi dallo stesso rinviato in Toscana per ricondurre in patria i Guelfi esuli da Firenze. Ad Arezzo in qualità di legato del Re Carlo fu nominato Capitano e successivamente Podestà nel 1285.
Carlo, figlio di Bono, venne inviato dagli Angioini in Lombardia a capo di 600 cavalli e, successivamente, come Generale al servizio dei Perugini, liberò San Sepolcro dalla tirannia di Neri e di suo padre Uguccione della Faggiola (1314 - 1316).
Luigi, figlio di Giulio, servì per molti anni con grande abilità il Cardinale Commendone. Fu con lui in Francia e in Polonia e infaticabile viaggiatore visitò tutta l'Italia, la Spagna, il Portogallo, l'Africa. Col Vescovo di Cipro si recò a Gerusalemme e Costantinopoli.
Successivamente proseguì i suoi viaggi in Ungheria, Germania e Francia.
Anton Maria, fratello di Luigi, fu delegato del Cardinale Commendone nelle legazioni presso gli imperatori Ferdinando I di Germania e Massimiliano di Polonia. Il Graziani si adoprò in sì bel modo da favorire l'elezione a Re di Polonia di Enrico di Valois divenuto successivamente Re di Francia. Alla morte del Commendone, nel 1584, divenne segretario del Papa Sisto V per il quale svolse numerosi servigi. Nel 1592 fu nominato vescovo di Amelia dal nuovo papa Clemente VIII, con il quale svolse un'intensa attività diplomatica e fu da lui incaricato di formare la "lega universale contro il turco".
Nel 1596 fu nominato nunzio apostolico a Venezia dove, tra l'altro, curò la disputa con i librai veneziani per l'introduzione dell'indice Clementino.
Arma (lo stemma della Famiglia Graziani):
inquartato nel primo e quarto di nero alla croce di S. Andrea d'argento; nel secondo e terzo d'azzurro e cinque losanghe d'argento poste in banda, accompagnate nel cantone sinistro da una rosa di rosso; al capo d'Angiò, e la banda d'azzurro seminata di fiordalisi attraversante sul tutto.